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Prada corre in Borsa sull’ipotesi Chanel
A Hong Kong il titolo ha chiuso in rialzo di oltre il 5% sulle
indiscrezioni di stampa di un incontro tra Miuccia Prada, Lorenzo
Bertelli e i rappresentanti di un private equity inglese collegato alla
famiglia Wertheimer: Freddi gli analisti, secondo cui si potrebbe
ipotizzare la cessione di una quota di minoranza oppure un delisting
del titolo (20% di flottante) con l’aiuto del fondo stesso.
L'ipotesi di un matrimonio fra Prada e Chanel ha scaldato la Borsa di Hong Kong, dove il titolo della
maison italiana ha chiuso con un rialzo del 5,21% a 43,45 dollari locali, pari a 5,08 euro per azione.
"Un'indiscrezione poco circostanziata" così gli analisti raffreddano i rumors sull'interesse di un private
equity inglese collegato alla famiglia Wertheimer, proprietaria di Chanel che al massimo, secondo i calcoli
degli analisti, con quello che c'è sul piatto potrebbero acquisire una quota di minoranza. "Si parla di una
cifra offerta pari a 6 miliardi rispetto ad una capitalizzazione di mercato del gruppo oggi di 12 miliardi
(flottante 20%). Ne deduciamo che la cifra si riferisca quindi o ad una quota di minoranza nella holding di
famiglia (che controlla l'80% del capitale) o ad un'ipotesi di delisting da parte della famiglia col supporto
dello stesso private equity" osserva Equita.
Secondo quanto ricostruito da Il Giornale, Miuccia Prada e il figlio Lorenzo Bertelli avrebbero incontrato
prima di Natale i rappresentanti del fondo inglese collegato alla famiglia Wertheimer. Prada Holding,
controllata dalla famiglia Prada-Bertelli, detiene circa l'80% del capitale di Prada Group. Il restante 20% è
sul mercato, con diversi fondi tra i piccoli azionisti, che hanno in mano quote variabili tra il 2,93% di
Invesco, l'1,45% di Schroder e lo 0,5% di Vanguard. In assenza di commenti o conferme dalla società, gli
analisti ricordano che "la famiglia è sempre sembrata poco propensa a vendere quote del capitale".
Un'altra ipotesi è quella del delisting col supporto dello stesso private equity. Il gruppo è stato impegnato
da oltre un anno nel progetto di doppia quotazione a Milano e a luglio l'ad Andrea Guerra aveva
confermato che l'operazione era ancora in agenda.